Il futuro di San Basile nel progetto “Immigrazione e trasformazioni”

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SAN BASILE – Cosa c’è e cosa manca nella comunità di San Basile, come immaginare il futuro del borgo arbëresh, cosa poter fare per realizzare sempre più e meglio una comunità ospitante ed ospitale. Di questo si è discusso nell’incontro “Immigrazione e trasformazioni delle comunità ospitanti. Cittadini del terzo millennio” che l’associazione don Vincenzo Matrangolo e il Sai Siproimi di San Basile hanno organizzato nel Lab Center.

Un confronto tra cittadini e nuovi ospiti della comunità di San Basile voluto per conoscersi e sviscerare le proposte da poter realizzare per una comunità a misura di bisogni delle persone che la abitano. Nel corso dell’evento presieduto da Giovanni Manoccio, alla presenza del sindaco Vincenzo Tamburi, del facilitatore Maurizio Alfano, dei tutor Antonella Adilardi, Alberto Polito e Lidia Vicchio, e dal mediatore Vincenzo De Angelis, tante le idee venute fuori dal confronto tra cittadini e ospiti del Sai Siproimi: creare un cineforum sfruttando il Lab Center, rimodernare il parco giochi, dare vita ad un home restaurant e realizzare una struttura servizi per anziani. Il tutto mentre bambini e adulti hanno realizzato alcuni disegni.
Il tratto identificativo dell’esperienza internazionale che vive la comunità di San Basile, però, è stata tracciata dai beneficiari del progetto che alla domanda “cosa c’è a San Basile?” hanno risposto con le parole “generosità” e “accoglienza” che segnano la qualità e la tipologia di coinvolgimento della popolazione locale in questa esperienza ormai consolidata.