Il Premio Acquaformosa che accoglie è diventato nel tempo un appuntamento per riaprire ogni anno la porta verso il confronto e la contaminazione anche per il tramite dell’arte, del pensiero, della musica, scrittura, giornalismo e della memoria a noi contemporanea -per testimoniare appunto, come l’accoglienza oltre a quella erogata- si nutri e si sostenga anche per il tramite dell’esempio quotidiano di uomini e donne che ne fanno impegno civile, passione e testimonianza di vita. In questa direzione, uomini di religioni diverse, artisti, scrittori, uomini e donne delle Istituzioni, del volontariato e dell’Università sono invitate, accolte e premiate ad Acquaformosa per il bene comune reso da ognuno di loro, nel fare comprendere che costruire un mondo dove tutti abbiano il loro riconoscimento, implichi con il fatto che, mai nessuno di noi sarà ritenuto ultimo, escluso, o peggio uno scarto, ovvero un esubero in conseguenza di appartenenze etniche, religiose, culturali o di genere. Il Premio, proprio in questa direzione, ogni anno discute con personalità provenienti da ogni parte del mondo, sulla necessaria opera di costruzione di processi di consapevolezza ed interviene puntualmente nel superamento di forme ed atteggiamenti discriminanti che residuano nell’ignorare le cause che originano le migrazioni e soprattutto le potenzialità che in esse risiedono.  Per questo il Premio Acquaformosa che accoglie, ogni anno si propone e di fare sintesi, e di avere l’ambizione di innestare nel tessuto urbano e sociale forme inedite di pratiche necessarie alla costruzione delle nuove comunità del terzo millennio.