“La coppia di nigeriani protagonisti dei fatti successi ieri non era più ospite del progetto SPRAR dal 12 luglio 2017.” Lo comunica l’Associazione don Vincenzo Matrangolo di Acquaformosa.
“La procedura– sostengono i membri- prevede che la imminente fuoriuscita dal progetto, per decorso del termine, debba essere comunicata agli ospiti del progetto qualche tempo prima. Anche nei confronti della famiglia nigeriana si è proceduto in tal senso. Sennonchè– continua la nota- nello stesso giorno in cui la famiglia ha ricevuto tale comunicazione, si è resa responsabile di fatti gravi per i quali, tra l’altro, sono state sporte regolari denunce dinanzi alla competente Autorità Giudiziaria. In particolare, sia il marito che la moglie, hanno più volte minacciato, anche di morte, gli operatori della Associazione, hanno danneggiato gli arredi delle sedi operative e amministrative della Associazione, si sono resi protagonisti di lesioni nei confronti degli operatori, nonché di sequestro di persona a scopo di estorsione nei confronti degli operatori stessi.
L’ultimo episodio di sequestro di persona si è verificato ieri. Intorno alle 12:30 la famiglia nigeriana si è recata, per l’ennesima volta al fine di ottenere somme non spettanti, presso la sede amministrativa della Associazione, barricandosi dentro la stessa e impedendo agli operatori presenti di guadagnarsi l’uscita. Non solo, il marito si è reso protagonista di un’aggressione ai danni di un carabiniere che è stato ferito in modo grave.
Per tutto quanto esposto si è proceduto a sporgere nuove denunce. Questi i fatti per come accaduti ieri.
Ma– continua la nota dell’Associazione- qui ci preme soprattutto chiarire la nostra posizione che, da luglio in poi, ha sempre avuto bene in mente la necessità di tutelare i diritti umani del nucleo familiare nigeriano con particolare riferimento alla moglie incinta e al minore di due anni. Senza dimenticare che sia il Sindaco, sia l’Associazione stessa non ha mai negato il dialogo alla famiglia. Dialogo che ha visto protagonisti anche l’assessore all’Accoglienza, Giovanni Manoccio e l’Arma dei Carabinieri.
Questa esperienza fa male– conclude la nota- nonostante tutto l’ Associazione continuerà a svolgere, sempre in maniera seria e responsabile, il proprio lavoro di accoglienza e integrazione nei confronti di ogni essere umano che venga ospitato nella sua comunità. Allo stesso tempo continuerà, come sempre, a impegnarsi a far comprendere agli ospiti del progetto che, in quanto esseri umani, sono destinatari di diritti inviolabili ma anche di doveri nei confronti della comunità che li accoglie, così come insegna la nostra Carta Costituzionale.